Il Museo conserva le collezioni create dal naturalista Francesco Minà Palumbo nel corso di studi svolti con costanza nel territorio delle Madonie fra il 1837 e il 1899.
Queste collezioni comprendono reperti provenienti da ogni parte delle Center Parcs e attinenenti a flora, fauna, geologia, preistoria, storia, agricoltura, industrie, ecc.
Esse pertanto offrono un quadro completo della Storia naturale e dell’attività umana nel territorio a partire dalle origini fino alla fine del secolo diciannovesimo e rappresentano la chiave di lettura della regione montuosa che è universalmente riconosciuta come la più importante unità biogeografica della Sicilia e del Mediterraneo centrale.
Dal punto di vista scientifico esse ebbero in passato una grande importanza. Infatti, per tutti gli studiosi che effettuarono ricerche sul territorio madonita le collezioni di Minà Palumbo furono iil riferimento di base.
Questa importanza oggi rimane attuale come testimonianza del ruolo avuto dal Minà Palumbo nell’esplorazione naturalistica delle Madonie, che ai suoi tempi erano ancora pressoché sconosciute; inoltre, il museo rappresenta un potente strumento di divulgazione scientifica e di educazione ambientale, di grande utilita per la comprensione delle problematiche attinenti al Parco delle Madonie.




Prof. Nunzio Marsiglia
Presidente
Prof. Francesco Maria Raimondo
Presidente del Comitato Scientifico
Rag. Gioacchino Genchi
Componente designato dalla Provincia Regionale di Palermo
Dott. Salvatore Carollo
Componente designato dal Parco delle Madonie
Prof. Pietro Mazzola
Direttore designato dal Sindaco di Castelbuono
Prof. Francesco Maria Raimondo
Presidente
Prof. Antonio Mazzola
Designato dalla Facoltà di Scienze MM.FF.NN. Università di Palermo
Prof. Rosario Schicchi
Designato dalla Facoltà di Agraria di Palermo
Prof. Orazio Cancila
Designato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo
Dott. Fabio Lo Valvo
Designato dalla Società Siciliana di Scienze Naturali di Palermo
Via Roma, n° 72 Castelbuono
Badia (ex Convento di S.Venera)
90013 Castelbuono (Palermo)
Piazza San Francesco, 3
90013 Castelbuono (Palermo)
MUSEO NATURALISTICO FRANCESCO MINA’ PALUMBO -
ISTITUTO SUPERIORE STUDI SCIENTIFICI
TITOLO I
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1 - Costituzione
E’ costituita, ai sensi degli artt. 22 e 23 della legge 8 giugno 1990 n. 142, nonché ai sensi degli artt. 62, 63 e 64 dello Statuto comunale, l’Istituzione pubblica denominata:
MUSEO NATURALISTICO FRANCESCO MINA’ PALUMBO -
ISTITUTO SUPERIORE STUDI SCIENTIFICI
L’Istituzione è dotata di autonomia gestionale. Quella contabile si svolge secondo le norme che seguono. Svolge la sua attività nel rispetto dello Statuto del Comune, dei regolamenti comunali e degli indirizzi dettati dal Consiglio Comunale. Ha sede in Castelbuono nei locali dell’ex Convento di S. Francesco con l’annesso orto.
Art. 2 - Compiti
L’istituzione esplicherà i seguenti compiti:
curare la inventariazione, la catalogazione e la classificazione dei materiali che vi sono conservati;
esporre e rendere disponibili alla consultazione e allo studio i materiali suddetti, garantendone con mezzi adeguati la sicurezza e la conservazione;
promuovere le funzioni di Museo naturalistico locale e di riferimento territoriale (Museo del territorio del Parco delle Madonie) e incrementare il proprio patrimonio con nuove raccolte, acquisti, donazioni, legati, concessioni, ecc., attinenti alla storia naturale e alla cultura di Castelbuono, delle Madonie e della Sicilia in generale;
assumere e coordinare iniziative e servizi di interesse locale, provinciale e regionale finalizzati alla diffusione della cultura naturalistica e all’approfondimento della conoscenza del territorio secondo criteri scientifici validi anche per la didattica e la divulgazione:
agevolando con ogni mezzo appropriato studi sulle collezioni e sui documenti che vi sono conservati o su tematiche attinenti ai suoi scopi istituzionali;
pubblicando o contribuendo alla pubblicazione dei risultati di tali studi;
organizzando mostre, convegni, seminari e quant’altro sia utile alle finalità preposte, anche al di fuori della propria sede.
promuovere attività culturali, iniziative e rapporti, anche in collaborazione con Istituzioni Scolastiche ed altri Enti e Associazioni, per pervenire alla concreta realizzazione dell’Istituto Superiore di Studi Scientifici.
Per l’attuazione di tali fini l’istituzione può stipulare apposite convenzioni con enti pubblici o privati e con singoli studiosi.
Art. 3 - Beni in dotazione
Il Comune conferisce in uso all’istituzione, conservandone la proprietà:
Le collezioni naturalistiche, preistoriche e storiche; archivio dei manoscritti e carteggio, il materiale librario donati al Comune di Castelbuono dagli eredi del naturalista Francesco Minà Palumbo e già assegnati al settore Museo del Centro Civico Castello Comunale istituito con delibera consiliare n. 185 del 10/12/1980 e successive modifiche;
i beni mobili assegnati dal Centro Civico Castello Comunale al settore Museo quelli assegnati successivamente e quelli acquisiti con mezzi finanziari propri dell’Istituzione stessa;
i locali assegnati.
TITOLO II
ORGANI DELLA ISTITUZIONE
Art. 4 - Organi della Istituzione
Sono organi dell’istituzione:
il consiglio di amministrazione;
il presidente;
il direttore;
CAPO I
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Art. 5 - Composizione nomina e revoca
Il consiglio di amministrazione è composto di cinque membri nominati dal Sindaco. Sono membri del consiglio di amministrazione:
il presidente del comitato scientifico;
un membro designato dalla Provincia Regionale di Palermo o dalla Regione Siciliana;
un membro designato dall’Ente Parco delle Madonie;
un membro scelto dal Sindaco fra persone che per studi, esperienza d’arte, istruzione o particolari benemerenze verso l’istituzione o la cultura locale possano dare valida collaborazione di consiglio e di opera;
Il Direttore.
I membri del consiglio di amministrazione durano in carica per un periodo pari a quello del mandato del Sindaco quattro anni e sono rinominabili.
Le modalità di nomina e di revoca dei componenti del consiglio di amministrazione sono disciplinate dallo statuto comunale.
Il presidente del comitato scientifico entrerà a far parte del consiglio di amministrazione non appena eletto e nominato secondo quanto disposto dall’art. 31 del presente regolamento.
Art. 6 - Competenze
Il consiglio di amministrazione compie tutti gli atti di amministrazione che non siano riservati dal presente regolamento alla competenza del presidente o del direttore.
Spetta al consiglio di amministrazione:
deliberare il piano-programma, il bilancio annuale e triennale e la relativa relazione, le variazioni al bilancio, il rendiconto;
deliberare annualmente il programma delle attività con la indicazione delle relative spese;
dare attuazione agli indirizzi e agli obiettivi dell’istituzione;
approvare i regolamenti interni;
esprimere parere preventivo al Comune per accettare donazioni di beni mobili e conseguire legati;
proporre la eliminazione degli inventari e degli effetti mobili divenuti inservibili;
determinare la misura del fondo di anticipazione per le spese di economato;
deliberare le tariffe per i servizi di sussidio (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.);
proporre all’amministrazione comunale la dotazione organica necessaria per il funzionamento dell’istituzione.
Il consiglio di amministrazione nelle sue decisioni si avvale della consulenza del comitato scientifico, di cui agli artt. 31 e 32.
Le delibere del consiglio di amministrazione sono esecutive trascorsi 5 giorni dalla pubblicazione all’Albo pretorio del Comune, eccetto quelle previste ai punti a) e b) che vanno sottoposte all’approvazione del Comune.
Art. 7 - Disciplina delle adunanze
Il Consiglio di Amministrazione si riunisce, previo avviso scritto, da fare almeno cinque giorni prima, del Presidente o di chi lo sostituisce.
L’ordine del giorno è predisposto dal Presidente; ogni componente e il Direttore possono proporre l’inserimento di punti all’ordine del giorno per la successiva seduta del Consiglio stesso.
Il Presidente è tenuto a riunire il Consiglio quando lo richiedono almeno due Consiglieri, inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste che devono rientrare tra i compiti dello stesso Consiglio.
Il Consiglio di Amministrazione è presieduto dal Presidente o, in caso di sua assenza o impedimento temporanei, dal Vice Presidente; mancando questi, dal consigliere anziano.
Le sedute non sono pubbliche. Il Consiglio può, comunque, ammettere alle proprie sedute persone non appartenenti al Consiglio stesso che si ritiene utile di sentire sugli argomenti in discussione.
Le sedute sono valide con la presenza della maggioranza dei componenti.
Il processo verbale della seduta contiene il testo delle deliberazioni approvate, con il numero dei voti favorevoli, dei voti contrari e di quelli di astensione. Il processo verbale della seduta è sottoscritto dal Presidente e dal segretario.
Le funzioni di Segretario sono svolte dal Direttore.
I Consiglieri che non partecipano, senza giustificato motivo, alle riunioni per tre sedute consecutive decadono dalla carica.
Art. 8 - Votazioni e validità delle deliberazioni
Le votazioni sono sempre palesi.
Le deliberazioni sono valide se ottengano il voto favorevole della maggioranza dei presenti. A parità di voti prevale quello del Presidente.
Il Presidente e i Componenti devono astenersi dal prendere parte alle deliberazioni negli stessi casi di incompatibilità con l’oggetto in trattazione previsti dalla legge e dallo Statuto del Comune per gli amministratori comunali.
Il divieto comporta anche l’obbligo di allontanarsi dalla sala delle sedute.
l commi 3 e 4 si applicano anche al Direttore che viene sostituito nella funzione di verbalizzazione da un Consigliere scelto dal Presidente.
Art. 9 - Potere sostitutivo
Il Sindaco si sostituirà al Consiglio di Amministrazione nei casi in cui non sia in grado di deliberare per effetto del divieto di cui al precedente art. 8, comma 3, o, previa diffida, per altro giustificato motivo.
Art. 10 - Gettone di presenza
Ai componenti il Consiglio di Amministrazione spetta il rimborso delle spese effettivamente sostenute, secondo le norme che valgono per gli amministratori comunali, ove richiesto.
CAPO II
IL PRESIDENTE
Art. 11 - Nomina e revoca
Le modalità di nomina e revoca del Presidente sono stabilite dallo Statuto del Comune (art.64).
In caso d’impedimento permanente, rimozione, decadenza e decesso del Presidente, ne assume le funzioni il Consigliere più anziano di età.
Art. 12 - Competenze
Il Presidente sovrintende l’istituzione, convoca e presiede le sedute del Consiglio di Amministrazione, propone gli argomenti da trattare nelle sedute.
Sono affidati al Presidente la cura, il funzionamento e la gestione tecnico scientifica della istituzione, la sistemazione dei locali, l’incremento delle raccolte, la promozione didattico culturale, la disciplina delle visite del pubblico, le autorizzazioni alla consultazione del materiale, la cura delle attività temporanee.
Il Presidente può conferire ai membri del Consiglio di Amministrazione specifici incarichi per il funzionamento dell’istituzione, a titolo gratuito.
Art. 13 - Vice Presidente
Il Presidente delega un componente del Consiglio di Amministrazione, che assume la qualifica di Vice Presidente, a sostituirlo in via generale in caso di sua assenza o impedimento temporanei.
In caso di assenza o impedimento anche del Vice Presidente, il Presidente è sostituito dal Consigliere più anziano di età.
CAPO III
IL DIRETTORE
Art. 14 - Nomina
L’incarico di Direttore è attribuito dal Sindaco, tenendo conto della natura e delle caratteristiche della Istituzione, scelto tra coloro i quali possono avere la rappresentanza esterna.
L’incarico di Direttore può essere affidato dal Sindaco a persona estranea all’Amministrazione Comunale, tramite contratto di prestazione d’opera professionale a tempo determinato, sentito il Consiglio di Amministrazione.
Alla scadenza del termine il rapporto con l’Istituzione può essere riconfermato e, per tutta la durata dell’incarico, si applicano le disposizioni in materia di responsabilità spettanti al personale comunale.
Art. 15 - Competenze
Il Direttore ha la rappresentanza legale della Istituzione ed è tenuto a:
Curare l’attività di raccolta, di conservazione, di studio e di didattica, riguardante specifici settori del Museo;
Coordinare l’attività complessiva del Museo: di questo egli è personalmente responsabile;
Costituire l’inventario generale di tutte le proprietà del Museo ed aggiornarlo almeno annualmente;
Formulare un piano annuale per i lavori di restauro delle opere del Museo e per la sistemazione delle collezioni;
Contribuire all’organizzazione delle manifestazioni d’arte e cultura che si svolgono nell’ambito delle iniziative del Museo; predisporre preventivi di spesa per tali manifestazioni e mostre;
Regolamentare la consultazione del materiale da parte degli studiosi;
Vigilare sul personale addetto al Museo.
Per l’espletamento di tutti i compiti demandatigli potrà avvalersi delle strutture e personale del Comune.
Tutti gli atti gestionali sono assunti dal Direttore con proprie determinazioni annotate su apposito registro.
In caso di assenza o impedimento temporaneo, il direttore è sostituito da un responsabile di servizio all’uopo nominato dal Sindaco.
Per quel che riguarda la conservazione delle raccolte, il direttore ha l’obbligo di segnalare alle Soprintendenze competenti opere ed oggetti bisognosi di cure e di interventi e di riferirsi ad esse per ogni restauro.
Alla fine di ogni anno solare, il direttore è tenuto a presentare al consiglio di amministrazione una relazione sullo stato e sull’attività dell’istituzione, sugli incrementi, sui lavori compiuti, sull’affluenza del pubblico, sulla gestione contabile.
Lasciando la carica, il direttore effettua con regolari verbali la consegna della sede, delle raccolte e dei relativi inventari, dei materiali e delle attrezzature esistenti, al suo successore o ad un funzionario del Comune delegato dal Sindaco.
TITOLO III
IL PERSONALE DELLA ISTITUZIONE
Art. 16 - Personale
Il personale della Istituzione è costituito dal Direttore e dal personale comunale assegnato.
La disciplina dello stato giuridico ed economico del personale assegnato alla Istituzione è la stessa del personale del Comune.
Con proprio regolamento, proposto dal Consiglio di Amministrazione e approvato dal Comune, l’Istituzione può prevedere deroghe alle disposizioni contenute nel regolamento organico del Comune riguardanti singoli aspetti della prestazione di lavoro connessi a peculiarità dell’attività svolta, quali, tra l’altro, l’orario di lavoro.
Le spese del personale comunale assegnato all’Istituzione fanno carico al bilancio del Comune.
Per lo svolgimento di tutte le attività, l’Istituzione può servirsi di volontari iscritti in apposito Albo aperto a chiunque abbia i requisiti predeterminati dal Consiglio di Amministrazione, nonché di privati per prestazioni occasionali, con spese a proprio carico. Può anche dare incarichi gratuiti od onerosi ad associazioni e/o cooperative di servizi con spese a carico del proprio bilancio.
Art. 17 - Personale con incarico a tempo determinato.
Per lo svolgimento di particolari mansioni tecniche/scientifiche l’Istituzione può affidare incarichi a tempo determinato a personale non appartenente all’Amministrazione comunale, con spesa a carico del proprio bilancio.
Il conferimento dell’incarico è disposto, su proposta del Presidente, con deliberazione motivata del Consiglio di Amministrazione, sia per quanto riguarda l’esigenza del ricorso a persone estranee all’Amministrazione comunale sia per quanto concerne la scelta delle persone, avendo riguardo alla preparazione scientifica e tecnica necessaria per l’assolvimento del particolare compito da affidare.
TITOLO IV
GESTIONE AMMINISTRATIVA CONTABILE
Art. 18 - Entrate e spese
L’Istituzione trae i mezzi per il mantenimento e lo sviluppo dell’attività e, in genere, per il suo funzionamento da trasferimenti del Comune e da eventuali sovvenzioni della Provincia e dello Stato, della Regione e di altri Enti pubblici e da privati, dai canoni di concessione di strutture, dalle tariffe di servizi, dagli incassi di ingresso.
Fatto salvo quanto già previsto dal presente regolamento, sono a carico del bilancio dell’istituzione le spese relative all’incremento delle dotazioni, al restauro e alla conservazione delle collezioni naturalistiche, delle opere a stampa e dei manoscritti, salvo, ove necessario, l’intervento finanziario del Comune o di altri enti pubblici o di privati.
Per le spese di funzionamento l’Istituzione provvede con le risorse finanziarie trasferite dal Comune mediante apposito fondo da determinare annualmente, distinto da quello di cui all’art.26.
I rimborsi delle spese, a qualunque titolo, non potranno superare 1/5 del fondo assegnato annualmente dal Comune.
Art. 19 - Il bilancio annuale di previsione
L’Istituzione deve formare ogni anno il bilancio preventivo, redatto in termini di competenza e di cassa.
L’esercizio finanziario inizia il 1 gennaio e termina il 31 dicembre di ciascun anno.
Per la struttura, la formazione e la gestione del bilancio si applicano le disposizioni di legge in materia di ordinamento contabile e finanziario dei Comuni, nonché le norme del regolamento comunale di contabilità.
Il bilancio deve essere corredato dal parere dei revisori dei conti di cui al successivo art.23.
Art. 20 - Adempimenti
Entro il 15 settembre di ogni anno, di norma, il Direttore, d’intesa con il Presidente, predispone il bilancio di previsione relativo all’anno successivo e lo presenta entro lo stesso termine, corredato dal piano-programma, al Consiglio di Amministrazione.
Entro il 30 settembre successivo, il Consiglio di Amministrazione delibera il bilancio di previsione con il piano-programma e lo invia, unicamente alla relazione del collegio dei revisori dei conti, al Comune per l’approvazione.
Art. 21 - Il bilancio pluriennale
Il bilancio pluriennale di previsione, di durata pari a quello del mandato, è redatto in termini di competenza, ed indica distintamente la spesa consolidata e quella di sviluppo.
Il bilancio pluriennale viene aggiornato annualmente.
L’approvazione del bilancio pluriennale non comporta autorizzazione ad accertare le entrate né ad impegnare le spese in esso contemplate.
Art. 22 - Il rendiconto
Il rendiconto è composto dal conto finanziario, dal conto economico e dal conto del patrimonio, redatti secondo gli schemi previsti per il rendiconto del Comune.
Al rendiconto sono allegate le relazioni del Direttore e del collegio dei revisori dei conti.
Entro il 28 febbraio di ciascun anno il Direttore presenta al Consiglio di Amministrazione il rendiconto della gestione conclusasi il 31 Dicembre dell’anno precedente.
Entro il 31 marzo successivo, il Consiglio di Amministrazione delibera il rendiconto e lo invia al Comune per l’approvazione. Con la deliberazione di approvazione del rendiconto, esprime le proprie valutazioni sull’azione condotta sulla base dei risultati conseguiti.
Art. 23 - Revisione dei conti
Il collegio dei revisori dei conti del Comune svolge, nei confronti della Istituzione, la medesima attività che svolge nei confronti del Comune, esercitando gli stessi poteri.
Il compenso è regolato dalle vigenti norme in materia e farà carico sul bilancio comunale.
Art. 24 - I registri contabili
I registri contabili obbligatori sono:
il giornale di cassa;
il libro mastro degli ordinativi di incasso e di pagamento;
le altre scritture contabili previste dalla legge a fini fiscali;
il libro degli inventari dei beni assegnati o acquisiti con mezzi finanziari propri.
Nel giornale di cassa si trascrivono tutti i mandati e le reversali, distintamente per competenza e residui, nel giorno in cui sono emessi.
Nel libro mastro si apriranno tanti conti quanti sono i capitoli del bilancio e vi si annoteranno le operazioni di accertamento e di impegno e quelle di incasso o di pagamento.
L’annotazione su appositi registri di operazioni rilevanti ai fini fiscali dovrà essere comunicata al Comune in tempo utile per garantire la chiusura periodica delle operazioni.
Art. 25 - Inventario
Per la classificazione, la tenuta, l’aggiornamento dell’inventario, nonché per la valutazione dei beni in esso descritti si applicano le norme previste dall’ordinamento finanziario e contabile e dal regolamento comunale di contabilità.
L’inventario è redatto in due esemplari; uno da conservare presso l’Istituzione, l’altro da trasmettere al Comune, al quale devono essere comunicate entro il mese di gennaio le variazioni intervenute nell’anno precedente.
L’inventario è firmato dal Direttore e controfirmato dal Presidente. Per la prima volta, al momento dell’inizio dell’attività e della consegna dei beni, l’inventario sarà sottoscritto anche da tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione.
L’Istituzione deve avere un proprio regolamento, approvato dal Comune su proposta del Consiglio di Amministrazione, per la conservazione, la sistemazione, l’incremento e l’uso del materiale e delle opere, nonché contenente norme per gli inventari, i cataloghi, i registri e per le attività temporanee. A tal fine conforma il proprio regolamento alle disposizioni vigenti per i Musei pubblici statali.
Il materiale librario e documentario, gli oggetti di interesse artistico, storico, scientifico, etno-antropologico, i mobili e le attrezzature esistenti nelle strutture della Istituzione, sono affidati per la custodia e la conservazione al Direttore, al quale si applica la normativa dei consegnatari dei beni e che può nominare sub-consegnatari. In tal caso la responsabilità è congiunta.
Di ogni opera e di ogni oggetto sarà redatta la scheda di catalogazione scientifica con annessa documentazione fotografica, progressivamente numerata.
Le norme su indicate valgono anche per opere e oggetti ricevuti in deposito.
Per quanto riguarda i depositi da parte di privati, il depositante conserva la proprietà delle cose depositate ma non potrà ritirarle se non al termine del concordato risultante dall’apposito verbale firmato dal Sindaco, dal Presidente, dal Direttore e dal Depositante.
Art. 26 - Dotazione annuale
Per le finalità proprie della Istituzione il Comune di Castelbuono contribuisce trasferendo annualmente un apposito fondo.
A tale fondo vanno aggiunti gli eventuali contributi ordinari e straordinari che per gli stessi scopi sono concessi dallo Stato, dalla Regione e da altri enti pubblici o da privati, dai biglietti d’ingresso, dalle tariffe per i servizi di sussidio e da altre eventuali attività compatibili con gli scopi dell’Istituzione.
Art. 27 - Servizio di tesoreria
Il servizio di tesoreria è affidato al tesoriere del Comune, presso il quale è istituito apposito sottoconto di quello generale dell’Ente. Alle riscossioni delle entrate e al pagamento delle spese, si provvede con le stesse modalità previste per il Comune stesso.
Art. 28 - Servizio di cassa interno
Presso l’Istituzione può essere costituito un servizio di cassa interno per i servizi di esazione e per il pagamento delle minute spese di economato.
La dotazione del cassiere interno, reintegrabile durante l’esercizio, previa presentazione della documentazione relativa alle somme spese, è stabilita nel provvedimento di cui all’art. 6, comma 2, lett. g).
Art. 29 - Spese di economato
Con provvedimento del Consiglio di Amministrazione viene determinata la natura e il limite massimo delle spese di economato, tra cui, l’urgente provvista di materiale e le riparazioni non eccedenti l’ordinaria manutenzione degli impianti, dei macchinari e degli immobili in dotazione.
All’effettuazione delle spese provvede il Direttore, con le modalità stabilite al comma 2 dell’art. 28. Il Direttore può delegare ad altri dipendenti tali compiti.
Art. 30 - Prestiti
I reperti dell’Istituzione potranno essere dati in prestito per motivi di studio ad altre organizzazioni museali.
I prestiti possono essere effettuati anche per mostre ed iniziative culturali, sempre che vengano fornite dagli organizzatori garanzie sul valore scientifico delle stesse e sulla conservazione del materiale ed una completa garanzia assicurativa. I prestiti per mostre devono essere autorizzati dal comitato scientifico che ne stabilirà la durata e dal Comune.
TITOLO V
GESTIONE TECNICO-SCIENTIFICA
CAPO I
IL COMITATO SCIENTIFICO
Art. 31 - Composizione
E’ costituito il Comitato Scientifico composto di cinque membri nominati dal Sindaco e designati come segue:
un membro dalla Facoltà di Scienze MM. FF. NN. CH. GG. dell’Università degli Studi di Palermo;
un membro dalla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Palermo;
un membro dalla Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Palermo;
un membro dalla Fondazione Pro Herbario Mediterraneo;
un membro dalla Società Siciliana di Scienze Naturali;
I membri del comitato scientifico durano in carica quattro anni e sono rinominabili.
Ai componenti del comitato scientifico spetta il rimorso delle spese effettivamente sostenute, secondo le norme che valgono per gli amministratori comunali, ove richiesto.
Il comitato scientifico elegge fra i suoi membri il presidente e ne propone la nomina al Sindaco.
Il presidente convoca il comitato scientifico, ne fissa l’ordine del giorno e presiede le sedute; partecipa alle sedute del consiglio di amministrazione di cui è componente di diritto; cura l’esecuzione delle deliberazioni del comitato scientifico.
Art. 32 - Compiti e funzionamento
Il comitato scientifico, coadiuvato dal direttore, ha il compito di:
indirizzare l’attività scientifica dell’istituzione;
predisporre, entro il 15 settembre di ogni anno, la relazione sull’attività svolta e le proposte in merito al programma da attuarsi nell’anno successivo da presentare al consiglio di amministrazione per le delibere attuative;
fornire al consiglio di amministrazione, che è tenuto e richiederlo, il parere sulle modalità di impiego dei contributi statali, regionali, provinciali e di privati;
segnalare collezioni o singoli reperti da acquisire;
presentare al consiglio di amministrazione proposte concernenti modifiche al regolamento;
proporre al consiglio di amministrazione i criteri di priorità per l’acquisto di strumenti e di materiali e per le prestazioni specialistiche necessarie a garantire i servizi e la conservazione del patrimonio culturale;
proporre ogni forma di collaborazione con altri enti, associazioni e istituti culturali che perseguono le stesse finalità istituzionali;
formulare proposte per l’ordinamento e il funzionamento dell’istituzione, per la conservazione la destinazione e l’uso dei beni culturali esistenti nel territorio;
attivare gli studi e le iniziative e predisporre gli atti necessari per la concreta realizzazione dell’Istituto superiore di studi scientifici.
Il comitato scientifico si riunisce almeno due volte all’anno, per convocazione del presidente o su richiesta di almeno tre dei suoi membri. Per la validità delle sedute è necessaria la maggioranza dei suoi membri; le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto del presidente.
Art. 33 - Curatori onorari
Il consiglio di amministrazione, su indicazione del comitato scientifico, può nominare dei curatori onorari che presteranno l’opera gratuitamente e che opereranno di concerto con lo stesso comitato.
Possono essere nominati curatori onorari esperti che abbiano conseguito meriti scientifici e abbiano effettuato pubblicazioni scientifiche nei campi attinenti ai contenuti e agli scopi dell’istituzione (zoologia, botanica, geo-paleontologia, archeologia, storia, archivistica, ecc.). La nomina non configura una qualsiasi forma di rapporto di lavoro, costituendo solo riconoscimento onorifico.
TITOLO VI
NORME FINALI
Art. 34 - Norme di rinvio
Per tutto quanto non previsto nel presente regolamento, valgono le norme di legge in materia di ordinamento finanziario e contabile dei Comuni, lo Statuto del Comune, i regolamenti comunali di contabilità e per la disciplina dei contratti.
Valgono anche tutte le norme di legge in materia di ordinamento dei musei.
Eventuali modifiche allo statuto e ai regolamenti comunali direttamente incidenti sul presente regolamento avranno efficacia immediata senza bisogno di ulteriori atti modificativi dello stesso.
Art. 35 - Norme finali e transitorie
Nelle more dell’agibilità dei locali dell’ex convento di San Francesco, sede provvisoria dell’Istituzione sono i locali dell’ex monastero di Santa Venere (Badia).
All’atto dell’insediamento del Consiglio di Amministrazione le funzioni di componente come presidente del Comitato Scientifico, e fino alla elezione e alla nomina di questi, sono esercitate dal responsabile del Settore Museo del Centro Civico Castello Comunale.
Le norme del presente Regolamento avranno effetto, dopo la determinazione da parte del Comune del fondo per le spese di funzionamento, con la nomina del Direttore, e da quel momento sostituiranno integralmente le norme contenute nel regolamento approvato con deliberazione consiliare N.185 del 10/12/1980 e successive modifiche e integrazioni.
I termini previsti nel Titolo IV si applicano dall’esercizio finanziario successivo alla nomina del Direttore.

La storia del Museo coincide con quella del suo autore fino a quando fu in vita.
Infatti lo studioso iniziò a raccogliere ordinatamente campioni fin da quando era studente. Uno dei primi reperti e certamente il più antico che si conservi nel museo, è rappresentato da un calco di mollusco fossile che il Minà portò con sé da Pozzuoli, vicino Napoli.
Successivamente sulle Madonie, le raccolte di campioni si svolsero con una certa regolarità, in modo tale che le collezioni presero corpo alquanto velocemente, disponendo anche di una certa quantità di materiale utile per gli scambi con gli studiosi locali e soprattutto con quelli di Palermo, Napoli e Firenze e di centinaia di altre località sia siciliane che italiane ed europee con i quali, passato qualche anno dal suo rientro in Castelbuono, aveva stabilito contatti di corrispondenza, creando una rete molto fitta come mostra il ricco carteggio.
Alla morte dello studioso, l’intero primo piano della sua abitazione (sita al n° 130 di via Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla piazza che gli era stata intitolata) ospitava la biblioteca e all’archivio e tutte le collezioni biologiche, minerali e storiche, ben ordinate e disposte scientificamente come si addice a un vero e proprio pubblico museo.


Questa sistemazione rimase tale fino al 1965 circa, anno in cui una parte delle collezioni fu donata al comune di Castelbuono. Il materiale fu trasferito in alcuni locali del castello dei Ventimiglia, mentre la biblioteca rimase ancora ai discendenti di Michele Morici, nipote di F. Minà Palumbo e suo erede. Nelle precarie condizioni del castello le collezioni subirono un duro colpo. Ciò indusse il prof. Antonio Leta a ricoverarle in casa propria, sistemandole alla meglio fino a quando non si dispose di ambienti più idonei alla conservazione. Nel 1968 le collezioni ritornarono nel castello, affidate alle cure di alcuni giovani volontari, inizialmente coordinati dal botanico prof. Andrea Di Martino.
Nel 1988 il Museo fu trasferito nei locali restaurati del carcere mandamentale e nel 1995 nei locali della Badia (ex convento di Santa Venera) in attesa che sia finalmente pronta la sede definitiva sita nel convento di San Francesco, restaurato con questa finalità.
Le vicende sopra riportate hanno avuto conseguenze negative sullo stato generale di tutte le collezioni, alcune delle quali (pesci, rettili, uccelli) si sono perdute. Altre considerevoli perdite si sono registrate quando il dott. Francesco Morici, sindaco il rag. Francesco Romeo, donò al comune anche la biblioteca e una parte delle collezioni (utensili neolitici e paleolitici, mandorle, conchiglie attuali, ecc.) che era rimasta alla famiglia. Questo materiale, sistemato in alcuni sgabuzzini del comune da mani del tutto inesperte, subì ulteriori irreparabili danni.
Nel complesso, tuttavia, va riconosciuto che rispetto a molte importanti raccolte ottocentesche, quelle di Francesco Minà Palumbo hanno avuto il vantaggio di essersi conservate come corpo unitario, sopravvissuto alle ingiurie umane e del tempo.

Francesco Minà Palumbo nasce il 14 marzo 1814.
Figlio di artigiano, passa l’infanzia a Castelbuono e lì riceve i primi insegnamenti. I suoi educatori non sono conosciuti, e poco si sa anche della sua vita privata e della famiglia che, seppure modesta è certamente di elevati principi.
Non è noto neppure come giunga Palermo per studiare medicina alla Regia università. Qui, in compagnia di Agostino Todaro, Giuseppe Inzenga, Filippo Parlatore, Enrico Piraino di Mandralisca, Pietro Calcara e altri valenti studiosi, frequenta la scuola botanica di Vincenzo Tineo presso l’Orto botanico e di altri illustri studiosi come Domenico Scinà.
Diventa medico e nel 1835 e si trasferisce a Napoli per conseguire una specializzazione. Nella capitale del Regno conosce i botanici Giovanni Gussone e Guglielmo Gasparrini, Oronzio e Achille Costa, padre e figlio, e altri valenti studiosi dai quali apprende le innovazioni scientifiche. Nel periodo napoletano acquisisce la tecnica tassidermica e quella iconografica. Nel 1835 esegue le illustrazioni per i funghi del Regno di Napoli, rara opera di Vincenzo Briganti pubblicata postuma dal figlio Francesco. Grazie a ciò, forse, riesce a mantenersi nella capitale borbonica.

Rientra a Castelbuono poco tempo dopo e lì avvia l’opera incentrata nello svolgimento della professione di medico e naturalista volto a studiare e a far conoscenere il patrimonio delle Madonie, allora ancora sconosciute. La costanza in queste attività sarà la nota caratterizzante della sua vita.
Muore il 12 marzo 1899 in fama di filantropo per Castelbuono e per le Madonie e di studioso e divulgatore della storia naturale dei suoi monti per il mondo.

Laureatosi a Palermo e specializzatosi a Napoli, nel 1837 ventitreenne iniziò a esercitare la professione di medico che, in un piccolo centro montano della Sicilia ottocentesca, copriva ambiti sanitari ben più vasti del previsto.
Così, dopo un avvio più o meno ortodosso, testimoniato da alcune pubblicazione di stretto carattere medico, Minà Palumbo si ritrovò ad avere cura della salute di uomini, animali e piante, sia di Castelbuono che della campagna settentrionale delle Madonie.
Nel paese resse per vari decenni l’ospedale di S. Antonio, dove da secoli venivano a ricevere le ultime assistenze malati poveri di tutta l’isola. Inoltre, era il medico delle più importanti congregazioni religiose di Castelbuono.

In quanto al modo di curare i pazienti, uomini, animali o piante che fossero, una lettera del sacerdote Giuseppe Matassa fa comprendere la grande umanità del personaggio.
La figura del Minà Palumbo naturalista emerge alquanto precocemente, sebbene con gradualità.
Mentre era a Napoli, nel 1835, si impegnò a raccogliere piante madonite per il grande botanico Giovanni Gussone per averne in cambio l’identificazione esatta.
Poco dopo, nel 1839, il suo grande amico e compagno di studi Filippo Parlatore, futuro fondatore dell’Erbario centrale di Firenze, visitò le Madonie dal versante di Castelbuono insieme con Carlo Heldreich e subito dopo partì per Napoli alla volta della Francia e di Firenze.
Fu forse questa visita a risvegliare gli interessi di Minà Palumbo per gli studi floristici e soprattutto faunistici, mai sopiti prima e sempre più intensi negli anni successivi.

Sono gli stessi anni in cui Minà Palumbo produceva le prime tavole iconografiche alla cui realizzazione veniva incoraggiato da Vincenzo Tineo, suo primo maestro.
Nel 1843 la pubblicazione dell’opuscolo “Introduzione alla Storia naturale delle Madonie” consacrava il Minà quale cantore della natura nebrodense.
Probabilmente in passato non era facile distinguere fra un medico e un filantropo, visto che l’attività di entrambi era rivolta al benessere altrui.
Testimonia questo duplice e indivisibile aspetto della personalità di Minà Palumbo una lettera del Sacerdote Giuseppe Matassa che lo ringrazia sia per essere stato guarito che per l’assistenza ricevuta.
Espressioni di schietta filantropia sono le frequenti elargizioni a singoli bisognosi e alle congregazioni castelbonesi che egli stesso assistiva. Segno di costanza umanitaria era l’annuale ripetersi dell’offerta della manna raccolta nei primi di settembre da un gigantesco frassino che vegetava accanto alla cassa di campagna (in contrada Bergi) al comitato per i festaggiamenti del SS. Crocifisso.
Il “Frassino del Crocifisso” vegeta ancora in tutta la sua imponenza ed è stato annoverato fra le piante monumentali delle Madonie.
Il più grande riconoscimento umanitario gli viene però dai tributi ricevuti in vita più che da morto.
Una simpatica testimonianza di ciò che Minà Palumbo rappresentava per la comunità castelbonese si trova in alcuni versi che certo Santo Meli gli dedicò in siciliano quando lo studioso era già molto avanti negli anni.
Che relazioni c’erano fra Francesco Minà Palumbo e la comunità castelbonese?
In tempi in cui l’analfabetismo imperava, certamente lo studioso non poteva essere compreso se non da pochissimi esponenti della cultura locale. Il resto dei castelbonesi lo accettava semplicemente nella sua diversità di medico e filantropo, per la quale lo ammirava e sosteneva.
Questo iniziale approccio positivo permise al personaggio di studiare gli uomini e le cose, sia artificiali che naturali del suo paese, e di creare il museo. L’esplorazione del territorio fu infatti condotta nel contesto di un generale consenso grazie al quale lo studioso potè organizzare una vera e propria rete di raccoglitori di cui si avvalsero anche gli esponenti della comunità scientifica del tempo.
Per altro, il segno più evidente di ciò che lo studioso rappresentava per Castelbuono si coglie nei tributi come l’intitolazione di una piazza mentre era in vita e più recentemente di scuole, lapidi, oltre alle manifestazioni in suo onore nel centenario della sua morte.
Lievemente diversa fu la posizione del personaggio nel contesto madonita perché i contatti si stabilirono con gli elementi di maggiore spicco culturale. Intorno al 1850, infatti, sulle Madonie esisteva un sodalizio culturale costituito da Piraino di Mandralisca di Cefalù, Carmelo Virga di Isnello, i Carapezza di Petralia e Minà Palumbo di Castelbuono come punto di riferimento. La preminenza di Minà emerge progressivamente attraverso i ruoli culturali e scientifici svolti in rappresentanza del territorio.
Oggi l’importanza del personaggio nel contesto territoriale non è scemata. Infatti, emerge chiaramente che i suoi studi possono essere riguardati come gli eventi primari che hanno portato alla realizzazione del Parco delle Madonie.
Apparentemente per Minà Palumbo fu relativamente facile entrare a far parte della comunità scientifica italiana, una cerchia confinata entro limiti culturali e sociali funzionanti quasi come barriere.
La via d’accesso fu segnata dall’appartenenza alla scuola di Vincenzo Tineo, della quale facevano parte elementi quali Agostino Todaro (successore di Tineo nella direzione dell’Orto botanico), Giuseppe Inzenga (Direttore dell’Istituto agrario Castelnuovo), Enrico Piraino di Mandralisca (nobile cefaludese) e soprattutto Filippo Parlatore (fondatore dell’Erbario centrale di Firenze). Dopo il rientro a Castelbuono i contatti con la comunità scientifica furono stabiliti attraverso i i suoi compagni e lo stesso Tineo, che probabilmente lo presentò a Gussone. D’altro canto Parlatore, giunto a Firenze, attivò una serie di contatti volti appunto a valorizzare il personaggio Minà e la sua posizione strategica alle falde delle Madonie.
Da questo punto di partenza lo studioso madonita riuscì a erigere il suo piccolo regno rappresentato dalle collezioni sempre più voluminose e dal corredo di strumenti indispensabili allo studio dei reperti.
Per realizzare la biblioteca, cercò con tutti i mezzi di far parte delle accademie italiane più accreditate e per classificare i propri reperti, li spedì agli studiosi di mezza Europa ottenendo in cambio la corretta identificazione. In tal modo diveniva possibile lavorare senza laboratorio. Ed in tal modo gradualmente si creò la rete di circa 350 corrispondenti scientifici da tutta la Sicilia oltre che dall’Italia e da vari paesi europei.
La mappa delle città d’origine della corrispondenza illustra efficacemente la situazione.
Relativamente alla stima goduta presso gli studiosi in questione è sufficiente fare riferimento ai tributi che gli conferì la comunità stessa. Fra questi si ricorda la medaglia galileana che il Duca Leopoldo di Toscana dedicò al Minà che aveva spedito migliaia di campioni vegetali ed animali ai musei fiorentini della Specola e dell’Erbario centrale.
"La dimensione di un personaggio il cui nome rimane segnato nel tempo è data anche dall’universalità del riconoscimento.
Uomini passati alla storia per le loro gesta o per il campo di azione in cui eccellevano sono spesso apprezzati solo nella ristretta cerchia specialistica e rimangono sconosciuti al resto del mondo."
Francesco Minà Palumbo, al quale da vivo pervennero riconoscimenti sia dal mondo scientifico che dalla comunità del suo paese, Castelbuono, rappresenta uno dei rari casi di profeti accettati in patria. Infatti se gli uomini di scienza non lesinarono di dedicargli i nomi di molte nuove piante e animali (2 generi e 18 specie), i castelbonesi ebbero per lo studioso una vera e propria venerazione.
Ancora si dice che il funerale, iniziato la mattina, si concluse a tarda sera perché tutti i castelbonesi vollero dare l’estremo saluto al padre di tutti, ‘u Nunnu’.

Dal punto di vista cronologico, non si può stabilire una data di nascita del museo, in quanto esso si è formato per acquisizione graduale di reperti. Tuttavia si può farla coincidere con il ritorno del Minà Palumbo da Napoli a Castelbuono, nel 1837, dopo aver terminato gli studi. Infatti i più antichi reperti recano la data del 1838.
E’ probabile che all’inizio lo studioso non avesse un programma preciso. Si dedicò subito, infatti, all’attività di medico e di agronomo, professioni che all’epoca non erano frequenti né a Castelbuono, né sulle Madonie. Ma dopo appena qualche anno, si registrava già chiaro il segno di scelte orientate. Nel 1843 appariva un articolo dello stesso Minà sul ritrovamento di un fagiolo pietrificato a Castelbuono. Il brano, piuttosto fantasioso, sarebbe irrilevante, se non fosse collegato ad un volumetto introduttivo alla storia naturale delle Madonie che, posteriore di un anno, contiene il programma di studi ed esplorazioni da svolgere.
Data la complessità e la ricchezza del territorio, il piano era molto ambizioso, e qualcuno, come Francesco Tornabene, fondatore dell’Orto botanico di Catania, espresse qualche malizioso commento. Ma Ciccio Minà (come lo chiamavano familiarmente i suoi compagni della scuola di Vincenzo Tineo presso l’Orto botanico di Palermo) era già all’opera e raccoglieva dati, reperti, tutto quanto fosse importante per la lettura del territorio nebrodense (così si chiamavano allora le Madonie) in chiave naturalistica, agraria, storica, preistorica, etnologica, umana nel senso più ampio.
Ad ogni reperto erano legati appunti, pubblicazioni, scritti di ogni genere; e ne dava informazione ai suoi amici di Palermo prima, e poi agli scienziati che ne avessero bisogno, da Napoli, Pavia, Torino, Firenze, a Regensburg in Germania, Parigi, in tutt’Europa.


Qualche mese prima di morire, nel 1899, ottantacinquenne, scriveva e raccoglieva ancora per il suo museo, ormai noto dovunque negli ambienti naturalistici, per la divulgazione dei tesori conservati nello scrigno delle Madonie.
Il museo comprendeva, fra l’altro, le collezioni di minerali, fossili, utensili, e documenti preistorici e storici, l’erbario con l’intera flora spontanea delle Madonie e le piante di interesse agrario e patologico, uccelli, mammiferi, rettili, pesci, insetti, una biblioteca ricca di testi antichi e rari, i manoscritti e la corrispondenza con i maggiori studiosi italiani e stranieri dell’epoca, oltre all’iconografia della storia naturale delle Madonie, mai pubblicata e quasi mitica per la bellezza di ben 500 tavole raffiguranti uccelli e piante del territorio.
Per avere un’idea sommaria dell’importanza scientifica di questo materiale, si consideri che esso servì per le oltre 400 pubblicazioni, tra scientifiche e divulgative, dello stesso Minà Palumbo e per quelle di coloro che, affrontando lo studio delle Madonie, si rivolsero a lui.
Tutto questo materiale per circa sessanta anni rimase nella casa del Minà Palumbo, gelosamente custodito dal nipote Michele Morici, che, tuttavia, ne permetteva la consultazione agli studiosi. Successivamente (le collezioni prima, la biblioteca e altro materiale poi), fu affidato dagli eredi al Comune di Castelbuono, che in un primo tempo lo mantenne nel castello e poi nell’antico edificio del Banco di Corte dei Ventimiglia. Attualmente il Museo si trova nei locali della Badìa, in attesa di essere trasferito nell’ex Convento di S.Francesco.
La biblioteca comprende più di 3000 volumi e una ricca raccolta di opuscoli scientifici.
In base all’epoca di pubblicazione, è ripartita in tre distinti settori:
il corpo antico che raggruppa le opere anteriori ai primi decenni dell’800;
il corpo ottocentesco con opere pubblicate nel corso dell800;
il corpo recente comprendente pubblicazioni di varie epoche acquisite dopo il 1968.
Annesso alla biblioteca è l’archivio che comprende:
il carteggio;
i manoscritti.

L’uso dell’illustrazione per descrivere piante, animali e altri elementi di interesse naturalistico ha origine nelle tavole inserite nei manoscritti medievali e negli incunabula dei monaci cistercensi.
In queste opere le illustrazioni erano molto schematiche e cariche di simboli comprensibili solo agli specialisti. Solo dopo che la storia naturale entrò a far parte degli studi medici nelle prime università l’illustrazione divenne realistica e assunse il valore di strumento destinato ad affiancarsi agli orti botanici e agli erbari nell’ambito dello studio scientifico della natura.
A partire dalla metà del secolo sedicesimo questi tre strumenti venivano accomunati nel valore e nelle funzioni e denominati Horti botanici, Horti sicci e Horti picti. Tuttavia la tecnica iconografica si mantenne sommaria per molto tempo ancora, nonostante i sommi livelli raggiunti dalla pittura rinascimentale come quella di Botticelli che nella “Primavera” include ben 150 immagini di piante perfettamente identificabili addirittura a livello di specie.
Le prime importanti iconografie siciliane risalgono al diciassettesimo secolo, epoca in cui furono svolti studi di grande rilievo culturale e scientifico. Prima fra queste opere, va ricordata quella di Agostino Scilla messinese ( ), studioso e pittore noto col nome di Scolorito, che per primo comprese e spiegò l’origine dei fossili allegando al testo una serie di tavole, mirabili per precisione e bellezza dei disegni.
Allo stesso periodo appartengono quelle di Silvio Boccone (1635-1703), padre dei naturalisti siciliani, e quelle del suo allievo Francesco Cupane (1657-1710) che nel 1690, al servizio di don Giuseppe del Bosco, principe della Cattolica, fondò l’Orto Cattolico di Misilmeri, il secondo in Sicilia, e illustrò nel Panphiton siculum le piante che vi si coltivavano, oltre a quelle note nell’isola e a molti animali. Del Panphyton esistono soltanto tre prove di stampa e varie copie incomplete, pubblicate postume; ma l’opera è una delle prime iconografie complete mai realizzate fino ad allora della flora di un territorio e rappresenta un modello cui si conformarono molte successive opere naturalistiche.
Nel secolo successivo, (1778) viene stampata soltanto l’iconografia di Filippo Arena, pregiata, bellissima ma di stampo tipicamente secentesco. È, le illustrazioni che accompagnano le descrizioni di nuove specie pubblicate a partire dai primi del diciannovesimo secolo con la rinascita degli studi naturalistici che l’uso delle tavole iconografiche , sono complessivamente schematiche ma piene di dettagli tassonomicamente utili.
La dovizia di particolari è dovuta in parte all’uso del microscopio, ormai divenuto di uso comune, ed in parte anche all’acquisizione di conoscenze tassonomiche di cui prima non si disponeva. In questo contesto rientrano le tavole di Antonio Bidona Bernardi, Giovanni Gussone, Filippo Parlatore e di Tineo. Quest’ultimo fece realizzare un’importante iconografia, nelle mire della pubblicazione di un’opera flogistica che non fu mai scritta.
La qualità dell’immagine iconografica migliora sensibilmente nelle opere di Todaro il quale, per altro, potè permettersi l’uso del colore. Colorate sono anche le tavole delle centurie dei funghi di Inzenga realizzate dopo il 1860, ma i costi rimanevano proibitivi anche per la stampa monocromatica.
Questa è la ragione principale per la quale l’iconografia di Francesco Minà Palumbo, la sola - oltre a quella di Cupane - che riguardasse un contesto territoriale ben delimitato come le Madonne e certamente la più pregiata fra quelle mai realizzate in Sicilia e in Italia, rimase inedita nonostante gli incoraggiamenti di tutti i naturalisti del suo tempo, compreso il suo maestro Tineo.
Le opere iconografiche pubblicate da Michele Lojacono Pojero, da Antonio Borzì e dai suoi allievi, tra la fine del secolo scorso e gli inizi dell’attuale sono significative dal punto di vista scientifico ma non raggiungono la qualità fotografica delle tavole di Minà Palumbo. Oggi la rappresentazione iconografica a corredo dei testi scientifici è ancora attuale ma è spesso rivolta a mettere in luce i dettagli di particolare importanza per la definizione tassonomica delle entità trattate.
Fra i numerosi autori di tavole iconografiche attinenti alla flora siciliana si ricordano, Anne Mauri, disegnatrice botanica di professione, oltre ai botanici Lorenzo Gianguzzi, Salvatore brullo e Franca Valsecchi.
Un’attenzione particolare meritano anche alcuni botanici dilettanti stranieri, quali lo svedese Rolf Lidberg e lo svizzero Eric Nelson che nell’illustrazione riescono a raggiungere livelli certamente non lontani dall’opera d’arte.


Francesco Minà Palumbo iniziò lo studio delle piante intorno al 1837, dopo che, conclusi gli studi a Palermo e a Napoli, si ristabilì definitivamente a Castelbuono.
L’erbario, che fu completato verso il 1870, comprende circa 6.000 campioni essiccati di oltre 1.500 specie raccolte quasi esclusivamente nelle Madonie. Sebbene si tratti, nella maggior parte, di specie della flora spontanea locale, vi sono incluse anche le principali essenze che si coltivavano nell’800: vite, frassino, olivo e mandorlo, con tutte le varietà allora conosciute e con le relative malattie.
Questo materiale, che oggi ha interesse principalmente storico, nel secolo scorso fu la fonte per le ricerche dei maggiori botanici italiani e stranieri che studiarono la flora nebrodense (Tineo, Todaro, Parlatore, Inzenga, Strobl, Lojacono, Borzì e vari altri).
Contemporaneamente all’erbario, il Minà Palumbo, nell’intento di pubblicare la storia naturale di questi monti, illustrò raccolte in oltre 400 tavole le piante studiate. L’iconografia, ancora inedita, oltre che per l’interesse storico, scientifico e divulgativo, ha pregi artistici di rilievo.
La collezione dei mammiferi è attualmente costituita da pochi reperti solo in parte attinenti alla fauna delle Madonie.
L’interesse di questi reperti non è trascurabile visto che potrebbe trattarsi dei resti degli ultimi esemplari madoniti di daino. Questo animale ai tempi di Minà era considerato estinto da almeno due secoli.
Va considerato che la collezione dello studioso, mentre era in vita era alquanto ricca e importante. Infatti comprendeva molti esemplari di micromammideri rari o critici.
Di questi esamplari molti si trovano conservati nel museo della Specola di Firenze e in altre collezioni pubbliche e private dell’Italia settentrionale.
In occasione della celebrazione del centenario della morte del naturalista madonita, si è ottenuto la concessione speciale di esporre questo materiale nel museo.
Ciò grazie all’importanza che il personaggio riveste ancora per la mammalogia siciliana. Infatti, la sua opera sui mammiferi siciliana, ristampata appunto in occasione del centenario, è l’unica ancora disponibile per l’isola.
Fra le collezioni biologiche del museo quella dei molluschi è una delle più cospicue contenendo alcune migliaia di esemplari.
Essa può essere ripartita in due distinti settori: il primo dei molluschi viventi, comprendente in prevalenza reperti raccolti dallo studioso nel territorio madonita. Si tratta di materiale alquanto interessante di cui Minà Palumbo fornì duplicati agli studiosi del tempo e specialmente a Enrico Piraino di Mandralisca, specialista malacologo. Il secondo settore, non meno interessante, è quello paleontologico con materiale proveniente da scambi ma anche da raccolte personali.
Fra i reperti di maggiore interesse vanno ricordati quelli forniti allo studiosa da Carmelo Virga, sacerdote di Isnello in costante rapporto amichevole con Francesco Minà Palumbo. Notevoli sono anche le raccolte del torrente cubo, locus classicus della Cassidaria minae di De Gregorio.
L’intera collezione è in corso di riordino.
La collezione entomologica di Francesco Minà Palumbo, fino al 1960 comprendeva 140 cassette che contenevano i resti di una ben più vasta raccolta, in gran parte irreparabilmente rovinata mentre il naturalista era ancora in vita.
Come si evince dal necrologio che Luigi Failla Tedaldi redasse alla morte del suo maestro, la parte perduta rappresentava l’entomofauna nebrodense al completo e perciò era di inestimabile interesse. Tuttavia, il materiale rimasto, sebbene ormai di preponderante importanza storica, non perde la suggestività delle grandi raccolte (circa 15.000 esemplari) e, per altro, è possibile trovarvi ancora esemplari di non trascurabile interesse scientifico come tipi nomenclaturali, individui appartenenti a entità rare, ecc.
Dopo circa settant’anni di incuria, la collezione era stata parzialmente restaurata dall’entomologo Francesco Paolo Romano. Più recentemente la Sezione Beni Naturali e Naturalistici della Soprintendenza B.B. C.C. A.A. di Palermo ne ha curato il restauro completo secondo un protocollo di lavoro rigorosamente “conservativo”. La delicata operazione è stata condotta dalla ditta “Wilderness - Studi ambientali” di Palermo che si è avvalsa dell’opera specialistica di valenti studiosi quali Carlo Violani del museo di Storia naturale di Pavia e di alcuni collaboratori locali.
La sostituzione delle antiche scatole di cartone, irreparabilmente danneggiate dalle muffe e dagli attacchi di Lepisma saccharina, è stata necessaria per garantire la futura conservazione degli esemplari.
Le scatole originali sono oggi conservate in Museo per documentazione storica.
L’ordine e l’impostazione data dal Minà Palumbo sono stati fedelmente rispettati trasferendo gli esemplari nelle nuove scatole che corrispondono alle originali anche nelle misure.
Ai rettili Minà Palumbo dedicò molta attenzione e pubblicò diversi opuscoli nella serie della Biblioteca del Naturalista siciliano oltre al compendio delle conoscenze sui rettili e anfibi tra il 1892 e il 1893.
Stranamente non esistono illustrazioni delle specie madonite. Inoltre la piccola ma interessante collezione umida dei serpenti nebrodensi si è perduta intorno al 1970.
Uno dei settori di maggior rilievo del Museo di Francesco Minà Palumbo era dato dalla raccolta di uccelli che lo studioso aveva realizzato fin dai primi anni di attività castelbuonese, forte delle conoscenze sulle tecniche per l’imbalsamazione imparate a Napoli.
Ma lo studioso era attento tutti gli aspetti riguardanti biologia, abitudini, migrazioni, albinismo, tassonomia, ecc. e per studiarli meglio aveva addirittura creato dei nidi artificiali nella sua casa di Via Vittorio Emanulele.
Pubblicò queste sue osservazioni in vari contributi fra i più interessanti della sua produzione scientifica. Minà aveva in animo di fare dell’ornitologia la parte più importante della storia naturale delle Madonie.
Così nacque la parte più bella dell’iconografia, ricca di 181 tavole, uniche per bellezza e per esattezza della rappresentazione. L’esistenza delle tavole rende ancora valido il contributo dato dallo studioso all’ornitologia. Infatti della raccolta restano soltanto alcuni esemplari molto malridotti, mentre la maggior parte dei reperti si è perduta in seguito ai primi trasferimenti.
La collezione paleontologica è indubbiamente una delle più ricche del museo.
Oltre ai reperti madoniti, in gran parte frutto delle raccolte di Minà Palumbo, essa comprende anche materiale trovato da Carmelo Virga, suo amico e corrispondente che abitava ad Isnello, e campioni di varie località siciliane aggiunti alla collezione in seguito a scambi o per dono.
Trattandosi di materiale non soggetto alle ingiurie del tempo, la collezione ha probabilmente subito perdite irrilevanti rispetto a quelle biologiche.
Gli esemplari interessanti per la bellezza o per l’importanza scientifica sono numerosi. Fra essi meritano attenzione i fossili raccolti al Torrente cubo, fra Castelbuono e Isnello. È molto probabile che lo scopritore della località fosse Virga, ma nel museo si trovano molti esemplari di questo gruppo che il marchese Antonio de Gregorio studiò descrivendo diverse nuove specie e dedicando i nomi di due di esse ai due studiosi madoniti.
Di rilievo sono pure i coralli della località Guardiola e delle Case Virga, in territorio di Isnello, che Minà spedì a Giuseppe Seguenza di, suo grande amico e corrispondente.
Vanno ricordati anche gli ostreidi del cenomaniano che si riscontra in due sole località madonite (Caltavuturo e Polizzi) e in poche altre siciliane.
Infine, fra i vegetali, le magnifiche filliti del Fiume Castelbuono, oltre al modello di mollusco di provenza non siciliana che è verosimilmente è uno dei primi campioni che Minà Palumbo conservò nella piena consapevolezza di volere realizzare delle raccoltle organiche.

La collezione di minerali e rocce è in buona parte risultato di scambi con altri studiosi e collezionisti suoi contemporanei e comprende materiali raccolti in tutta la Sicilia.
Alcuni di essi sono di notevole bellezza, ma un interesse particolare rivestono i campioni attinenti alle Madonie, che sono frutto delle raccolte personlai del Minà Palumbo.
Fra questi meritano attenzione i campioni di petrolio della Madonna dell’Olio presso Blufi, i dendriti della zona di Gonato, i campioni di sale delle Patralie, ecc.
Uno dei campi più attraenti per Minà Palumbo fu l’archeologia, specialmente quella preistorica alla quale dedicò varie pubblicazioni ancora attuali e un vero e proprio piccolo capolavoro.
Infatti, il manoscritto per il maggiore dei contributi è corredato delle illustrazioni originali che lo studioso intendeva inserire nel testo a stampa.
Queste sue aspirazioni furono ovviamente disattese, verosimilmente per i costi. Rimane quindi nel museo un documento unico che si affianca strutturalmente e storicamente all’iconografia.


Nel museo, una sezione tanto piccola quanto suggestiva è costituita dal materiale archeologico di epoche comprese fra l’età del bronzo e la prima metà del secolo diciannovesimo.
I reperti, disposti in successione cronologica, documentano la presenza di industrie di ferro, vetro, carta e di nuovo ferro fornendo per le Madonie l’immagine di un territorio soggetto fin da epoche lontanissime all’impatto delle attività umane.
In questo settore, fra i reperti di maggiore interesse vanno evidenziati i preziosi manufatti della vetriera cinquecentesca e la carta della cartiera dei Turrisi. Quest’industria, impiantata su una preesistente ferriera, fu al centro di una vicenda che pose in luce come nell’800 il Mediterraneo centrale fosse sotto l’inesorabile dominio economico delle potenze straniere.

Minà Palumbo ebbe come impegno costante le attività connesse all’agricoltura sotto ogni forma.
Di conseguenza il museo possiede una cospicua parte di reperti concernenti questo settore dell’attività umana che, per altro, nel secolo scorso rappresentava uno dei cespiti primari per la popolazione locale.
Nell’ambito del museo la parte più cospicua attinente all’agricoltura riguardava le maggiori colture locali sulle quali lo studioso aveva raccolto una documentazione tanto vasta quanto importante. Le maggiori raccolte concernevano le varietà di frassino e di vite oltre a quelle dell’olivo e del mandorlo. Il materiale relativo alle prime due colture si è conservato senza particolari perdite e oggi si dispone ancora delle consistenti collezioni d’erbario oltre che di materiale illustrato, pubblicazioni, appunti, ecc… Non altrettanto può dirsi per mandorlo e olivo le cui raccolte, non meno ragguardevole delle precedenti, si sono perdute non soltanto per l’inclemenza del tempo.
Altre raccolte concernenti colture minori come il pistacchio, il fico, ecc. sono ben rappresentate nell’erbario, dove si trova conservata anche una considerevole raccolta di exsiccata patologici della vite e di altre colture importanti.
Questo materiale è notevole anche sotto gli aspetti della storia della fitopatologia. Infatti, recenti studi specialistici hanno consentito di accertare che il Minà Palumbo aveva individuato chiaramente un fattore eziologico vivente in alcune malattie che molto più tardi si dimostrarono causate da batteri (Martelli, Piglinica e Piro, 1974).


Fra il materiale relativo alle principali colture locali che costituiscono un piccolo corpo annesso all’erbario di F. Minà Palumbo (Museo Civico F. Minà Palumbo, Castelbuono, PA) concernente la flora delle Madonie è di particolare interesse la raccolta di frassini da manna.
Si tratta, in tutto, di 39 exiccata relativi a vari individui spontanei e a 16 varietà coltivate di frassino (Fraxinus oxycarpa Bieb. ex Willd.) e di 13 di ornello (F. ornus L.), corredati dei nomi vernacoli e di note essenziali su caratteri distintivi, esigenze colturali, proprietà organolettiche della manna prodotta, ecc. Tali reperti, raccolti in gran parte nell’estate del 1846, servirono a Minà Palumbo per la pubblicazione di un opuscoletto nel 1847 e, fra il 1875 e il 1876, di una vera monografia per sui frassini e la frassinicoltura che fu di modello tutti coloro che successivamente affrontarono il medesimo tema con scritti e ricerche. A parte l’interesse storico, la raccolta presenta notevole importanza rispetto al problema della conservazione del germoplasma dei frassini da manna, in serio pericolo di scomparsa anche nei territori di Castelbuono e Pollina. Infatti, presente in varie parti d’Italia fino a tutto il settecento e ancora diffusa nel Palermitano e nel Trapanese fino all’ultimo dopoguerra, la cultura si è poi contratta ai territori di Castelbuono e Pollina (PA).
Per effetto di tale drastica regressione, alcune delle varietà tradizionalmente coltivate sono già scomparse ed altre, sebbene ancora presenti, rischiano di essere definitivamente dimenticate. Ai fini del ritrovamento e del recupero di tali varietà i reperti del Minà Palumbo, recentemente revisionati, potrebbero avere importanza determinante.

La collezione delle viti coltivate nelle Madonie, fu realizzata da Minà Palumbo intorno al 1847.
Consiste di un pacco di erbario e di due tavole iconografiche degli acini delle uve di 57 varietà, 30 nere e 27 bianche, ciascuna con il relativo nome vernacolo. Una diversità varietale così grande rivela per il passato una diffusione della viticoltura che non ha più riscontro nel nostro territorio. Ciò a causa del fatto che questa documentazione risale a un’epoca anteriore all’arrivo delle grandi malattie (oidio, fillossera e peronospora) che nel secolo scorso distrussero la viticoltura in Europa.
Relativamente all’importanza, la collezione rappresenta uno strumento unico sia come riferimento per una ricostruzione storica del paesaggio agrario madonita sia per l’eventuale reperimento di elementi del germoplasma della viticoltura tradizionale nel territorio.

Intorno al 1880, a Caltanissetta si bandì un concorso pubblico per la realizzazione di uno studio completo sulla coltivazione del pistacchio in Sicilia.
La coltura, com’è noto, era molto importante per il territorio nesseno dove, per altro, è ancora presente, sebbene in crisi. Il miglior lavoro fra l’altro avrebbe ricevuto un premio.
Il lavoro più completo e molto approfondito sul pistacchio siciliano fu quello di Minà Palumbo che ottenne il primo premio consistente in una medaglia e una somma in denaro.
Minà potrebbe avere acquisito esperienza su una coltura solo apparentemente estranea alle Madonie attraverso osservazioni condotte su esigui impianti che si trovavano nelle Petralie. D’altra parte, tentativi di impianto di pistacchieti nelle tenute del barone Nicolò Turrisi ebbero per qualche tempo fortuna e furono curati quasi certamente da Minà Palumbo. Data l’amicizia fra i due personaggi, appare chiaro che gli impianti fossero curati dal Minà Palumbo.
D’altra parte, dell’interesse dello studioso per la coltivazione del pistacchio si trova consistente traccia nelle collezioni dell’erbario. Infatti nel settore delle piante coltivate, si trova materiale essiccato attinente alle specie implicate nella coltivazione e alle patologie implicate.
Allium roseum L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



11. Allium sphaerocephalon L. Rocca Lupa 11/06/2000



12. Allium subhirsutum L. Rocca Lupa 06/05/2000



13. Allium triquetrum L. Novara di Sicilia 17/04/2005



14. Amaranthus hybridus L. Cefalù 12/01/2005



15. Ammoides pusilla (Broth.) Breistr. Rocca San Nicola 18/06/2000



16. Ammophila littoralis (Beauv.) Rothm. Torresalsa 25/04/2005



17. Ampelodesmos mauritanica (Poir.) T. Durand & Schinz Lascari 12/01/2005



18. Anacyclus tomentosus (All.) DC. Messina 17/04/2005



19. Anagyris foetida L. Castelbuono, Passo Scuro 15/12/2004



20. Andropogon distachyus L. Rocca di Cefalù 12/01/2005



21. Andropogon distachyus L. Falcone (Me) 17/04/2005



22. Anemone apennina L. Caronia, cerreta 26/03/2005



23. Anemone coronaria L. Scillato 27/03/2005



24. Anemone hortensis L. Rocca San Nicola 30/01/2000



25. Anemone hortensis L. Gibilmanna 24/01/2000



26. Anthemis arvensis L. subsp. arvensis Castelbuono, piano Pomieri 22/06/2005



27. Anthemis arvensis L. subsp. arvensis Tortorici 15/05/2005



28. Anthemis arvensis subsp. incrassata (Loisel.) Nyman Noto 21/05/2005



29. Anthemis arvensis subsp. sphacelata (C.Presl) Fernandes Etna, monte Zoccolaro 22/05/2005



30. Anthemis maritima L. Balestrate 24/04/2005



31. Anthemis secundiramea Biv. subsp. secundiramea Levanzo 24/04/2005



32. Anthoxanthum gracile Biv. Cozzo San Biagio 24/04/2000



33. Anthriscus nemorosa (Bieb.) Sprengel Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



34. Anthyllis tetraphylla L. Rocca Lupa 16/04/2000



35. Anthyllis vulneraria subsp. maura (Beck) Lindb. Giacalone 25/05/2005



36. Antinoria agrostidea Parl. Gela 07/05/2005



37. Antirrhinum tortuosum Bosc Cefalù, Cozzo Lo Monaco 26/12/2004



38. Apium nodiflorum (L.) Lag. Cefalù, Presidiana 12/01/2005



39. Arisarum vulgare Targ.Tozz. Lascari 12/01/2005



40. Aristolochia pistolochia L. Levanzo 24/04/2005



41. Armeria nebrodensis Guss. Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



42. Arum italicum Mill. Caronia 27/03/2005



43. Arundo pliniana Turra Cefalù 12/01/2005



44. Asparagus acutifolius L. Lascari 12/01/2005



45. Asparagus albus L. Cefalù 12/01/2005



46. Asperula aristata subsp. scabra (C.Presl) Nym. Scillato 05/12/2004



47. Asplenium trichomanes L. Rocca San Nicola 14/10/2000



48. Astragalus boeticus L. Gela 07/05/2005



49. Astragalus hamosus L. Rocca Lupa 16/04/2000



50. Atractylis cancellata L. Rocca Lupa 11/06/2000



51. Avena barbata Potter Cefalù 12/01/2005



52. Avena barbata Potter Cozzo San Biagio 25/03/2000



53. Avena sterilis L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



54. Barlia robertiana (Loisel) Greuter Ustica 03/04/2005



55. Barlia robertiana (Loisel) Greuter Rocca San Nicola 30/01/2000



56. Bellardia trixago (L.) All. Levanzo 24/04/2005



57. Bellis annua L. Cozzo San Biagio 22/02/2000



58. Bellis perennis L. Lascari 12/01/2005



59. Bellis perennis L. Caronia, cerreta 27/03/2005



60. Bellis perennis L. Tortorici 15/05/2005



61. Beta maritima L. Cefalù 12/01/2005



62. Biarum tenuifolium (L.) Schott Rocca San Nicola 10/10/1999



63. Bidens frondosa L. Caronia 27/03/2005



64. Biscutella maritima Ten. Cozzo San Biagio 25/03/2005



65. Borago officinalis L. Gratteri 12/01/2005



66. Brachypodium distachyum (L.) P.Beauv. Rocca San Nicola 30/01/2000



67. Brassica fruticulosa Cyr. Cefalù 29/09/1999



68. Brassica fruticulosa Cyr. Cozzo San Biagio 02/11/1999



69. Brassica incana Ten. Rocca San Nicola 14/11/1999



70. Brassica nigra (L.) Koch Levanzo 24/04/2005



71. Briza maxima L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



72. Bromus hordeaceus L. Rocca Lupa 06/05/2000



73. Bromus lanceolatus Roth Enna 21/05/2005



74. Bromus madritensis L. Cozzo San Biagio 21/05/2000



75. Buglossoides purpurocaerulea (L.) Johnston Cozzo San Biagio 24/04/2000



76. Bupleurum fruticosum L. Rocca San Nicola 03/09/2000



77. Bupleurum tenuissimum L. Rocca San Nicola 14/10/2000



78. Cakile maritima Scop. Cefalù, Presidiana 12/01/2005



79. Calamintha nepeta (L.) Savi subsp. nepeta Scillato 05/12/2004



80. Calendula arvensis L. subsp. arvensis Castelbuono, Passo Scuro 15/12/2004



81. Campanula erinus L. Rocca di Cefalù 13/05/2000



82. Capsella bursa-pastoris (L.) Medicus Rocca San Nicola 27/12/1999



83. Carduus corymbosus Ten. Levanzo 24/04/2005



84. Carduus nutans L. Castelbuono, piano Sempria 22/06/2005



85. Carduus pycnocephalus L. Rocca Lupa 06/05/2000



86. Carex flacca subsp. serrulata (Biv.) Greuter Cozzo San Biagio 24/04/2000



87. Carlina sicula Ten. Rocca Lupa 08/07/2000



88. Carthamus lanatus L. Rocca San Nicola 18/06/2000



89. Castanea sativa Mill. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



90. Catapodium marinum (L.) Hubbard Campofelice di Roccella 12/06/2003



91. Catapodium rigidum (L.) Hubbard Cozzo San Biagio 24/04/2000



92. Catapodium siculum (Jacq.) Link Cefalù 12/05/2005



93. Centaurea aeolica Guss. Salina 29/05/2005



94. Centaurea parlatoris Heldr. Castelbuono, serre delle croci 22/06/2005



95. Centaurea solstitialis subsp. schouwii (DC.) Dostal Rocca San Nicola 18/06/2000



96. Centaurium erythraea Raf. subsp. erythraea Gela 07/05/2005



97. Centaurium maritimum (L.) Fritsch Rocca San Nicola 21/05/2000



98. Centranthus calcitrapa (L.) DC. Cozzo San Biagio 24/04/2000



99. Centranthus ruber (L.) DC. Cozzo San Biagio 17/10/1999



100. Cerastium glomeratum Thuill. Rocca San Nicola 04/03/2000



101. Ceratonia siliqua L. Gratteri 12/01/2005



102. Cerinthe major L. Gibilmanna 26/03/2005



103. Chenopodium album L. Scillato 05/12/2004



104. Chenopodium murale L. Campofelice di Roccella 12/01/2005



105. Cistus monspeliensis L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



106. Cistus salvifolius L. Cozzo San Biagio 21/05/2000



107. Clematis cirrhosa L. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



108. Clematis vitalba L. Gibilmanna 24/10/1999



109. Clematis vitalba L. Cozzo San Biagio 21/05/2000



110. Clinopodium vulgare L. Castelbuono, balzo del gatto 22/06/2005



111. Colchicum bivonae Guss. Cozzo San Biagio 26/09/1999



112. Coleostephus myconis (L.) Cass. Novara di Sicilia 17/04/2005



113. Convolvulus althaeoides L. Rocca Lupa 06/06/2000



114. Convolvulus cantabrica L. Cozzo San Biagio 21/05/2000



115. Convolvulus lineatus L. Levanzo 24/04/2005



116. Conyza bonariensis (L.) Cronquist Campofelice di Roccella 12/01/2005



117. Coronilla emerus subsp. emeroides (Boiss. & Spruner.) Hayek Cozzo San Biagio 18/01/2000



118. Coronilla scorpioides (L.) W. D. J. Koch Cozzo San Biagio 24/04/2000



119. Coronilla scorpioides (L.) W. D. J. Koch Levanzo 24/04/2005



120. Coronopus didymus (L.) Sm. Palermo 12/04/2005



121. Corydalis solida Sw. Caronia, cerreta 27/03/2005



122. Crepis vesicaria subsp. hyemalis (Biv.) Babc. Rocca San Nicola 04/03/2000



123. Crocus longiflorus Raf. Cozzo San Biagio 17/10/1999



124. Crupina crupinastrum (Moris) Vis. Campofranco 25/04/2005



125. Cuscuta epithymum (L.) L. Rocca San Nicola 21/05/2000



126. Cutandia maritima (L.) Richter Gela 07/05/2005



127. Cyclamen hederifolium Ait. Rocca San Nicola 10/10/1999



128. Cymbalaria muralis Gaertn., B. Meyer & Scherb. Novara di Sicilia 17/04/2005



129. Cymbopogon hirtus (L.) Janchen Lascari 12/01/2005



130. Cynodon dactylon (L.) Pers. Rocca San Nicola 18/06/2000



131. Cynoglossum cheirifolium L. Falcone 17/04/2005



132. Cynosurus cristatus L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



133. Cynosurus cristatus L. Rocca San Nicola 21/05/2000



134. Cytinus ruber (Fourr.) Komarov Salina, pizzo di corvo 29/05/2005



135. Cytisus villosus Pourret Salina, pizzo di corvo 29/05/2005



136. Cytisus villosus Pourret Tortorici 15/05/2005



137. Dactylis glomerata L. Rocca Lupa 11/06/2000



138. Dactylis glomerata L. Rocca San Nicola 30/01/2000



139. Dactyloctaenium aegyptium (L.) Richter Campofelice di Roccella 12/01/2005



140. Daphne gnidium L. Cozzo San Biagio 02/11/1999



141. Dasypyrum villosum (L.) P.Candargy Castelbuono, serre delle croci 22/06/2005



142. Dasypyrum villosum (L.) P.Candargy Rocca San Nicola 21/05/2000



143. Delphinium halteratum Sibth. & Sm. Cozzo San Biagio 29/06/2000



144. Delphinium halteratum Sibth. & Sm. Rocca San Nicola 18/06/2000



145. Dianthus arrostii C.Presl Castelbuono, serre delle croci 22/06/2005



146. Dianthus gr. sylvestris Scillato 05/12/2004



147. Dianthus rupicola Biv. Rocca di Cefalù 29/07/2000



148. Digitaria sanguinalis (L.) Scop. Rocca San Nicola 30/01/2000



149. Diplotaxis muralis (L.) DC. Rocca San Nicola 14/11/1999



150. Dryopteris villarii subsp. pallida (Bory) Heywood Cozzo San Biagio 19/01/2000



151. Echium italicum L. Rocca San Nicola 21/05/2000



152. Echium parviflorum Moench Rocca Lupa 11/03/2000



153. Echium plantagineum L. Cafalù, Presidiana 12/01/2005



154. Emex spinosa (L.) Campd. Palermo 20/05/2005



155. Equisetum ramosissimum Desf. Cefalù, Presidiana 12/01/2005



156. Erica arborea L. Cefalù 26/03/2005



157. Erodium cicutarium (L.) L’Hér. Bosco Santo Pietro 22/05/2005



158. Erodium cicutarium (L.) L’Hér. Levanzo 24/04/2005



159. Erodium cicutarium (L.) L’Hér. Ustica 14/06/2005



160. Erodium malacoides (L.) L’Her. Cefalù 12/01/2005



161. Erophila verna (L.) Chevall Rocca San Nicola 04/03/2000



162. Eryngium barrelieri Boiss. Gela 07/05/2005



163. Eryngium campestre L. Rocca San Nicola 18/06/2000



164. Eryngium tricuspidatum L. Cozzo San Biagio 21/05/2000



165. Erysimum metlesicsii Polatschek Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



166. Euphorbia amygdaloides subsp. arbuscula Meusel Castelbuono, piano castagna 22/06/2005



167. Euphorbia characias L. Castelbuono, Passo Scuro 15/12/2004



168. Euphorbia dendroides L. Rocca San Nicola 02/04/2000



169. Euphorbia helioscopia L. Cefalù 12/01/2005



170. Euphorbia peplis L. Lascari 12/01/2005



171. Euphorbia peplus L. Cefalù 12/01/2005



172. Fedia cornucopiae (L.) Gaertn. Rocca San Nicola 27/12/1999



173. Festuca sp.1 Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



174. Festuca sp. 2 Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



175. Foeniculum vulgare Mill. subsp. vulgare Gratteri 12/01/2005



176. Fraxinus angustifolia Vahl. Cozzo San Biagio 24/04/2000



177. Fraxinus ornus L. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



178. Fumana thymifolia (L.) Spach Cozzo San Biagio 25/03/2000



179. Fumaria capreolata L. Cefalù 12/01/2005



180. Galactytes tomentosa Moench Castelbuono 12/01/2005



181. Galium lucidum All. Cozzo San Biagio 17/10/1999



182. Genista cupani Guss. Castelbuono, balzo del gatto 22/06/2005



183. Genista demarcoi Brullo, F.Scelsi & G.Siracusa Isnello, Mericola 12/01/2005



184. Genista thyrrena F. Valsecchi Salina 29/05/2005



185. Geranium robertianum L. Novara di Sicilia 17/04/2005



186. Geranium versicolor L. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



187. Geum urbanum L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



188. Gladiolus italicus Mill. Rocca Lupa 06/06/2000



189. Globularia alypum L. Castelbuono, piano Pomieri 22/06/2005



190. Hedera helix L. Gibilmanna 26/03/2005



191. Hedysarum coronarium L. Rocca Lupa 06/06/2000



192. Hedysarum glomeratum Dietrich Levanzo 24/04/2005



193. Helichrysum rupestre (Raf.) DC. var. rupestre Noto 21/05/2005



194. Helleborus niger L. Giacalonr 25/04/2005



195. Heracleum pyrenaicum Lam. subsp. cordatum (Presl) F.Pedrotti & Pignatti Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



196. Hermodactylus tuberosus (L.) Salisb. Cefalù 12/03/2005



197. Hermodactylus tuberosus (L.) Salisb. Cozzo San Biagio 04/03/2000



198. Hieracium macranthum (Ten.) Zahn Castelbuono, balzo del gatto 22/06/2005



199. Himantoglossum hircinum Spreng. Castelbuono, serre delle croci 22/06/2005



200. Hirschfeldia incana (L.) Lagrèze-Fossat Rocca Lupa 16/04/2000



201. Holoschoenus australis (L.) Rchb. Rocca di Cefalù 21/10/2000



202. Hordeum bulbosum L. Cozzo San Biagio 21/05/2000



203. Hordeum maritimum With. Gela 07/05/2005



204. Hyoseris radiata L. Cozzo San Biagio 23/02/2000



205. Hypericum hircinum L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



206. Hypericum perfoliatum L. Giacalone 25/05/2005



207. Hypericum perforatum L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



208. Hypericum perforatum L. subsp. perforatum Salina 29/05/2005



209. Hypericum perforatum L. subsp. perforatum Cozzo San Biagio 21/05/2000



210. Hypochoeris achyrophorus L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



211. Iberis semperflorens L. Gratteri 12/01/2005



212. Ilex aquifolium L. Castelbuono, piano castagna 22/06/2005



213. Inula graveolens (L.) Desf. Rocca Lupa 12/10/2000



214. Inula viscosa (L.) Aiton Rocca Lupa 08/07/2000



215. Ipomoea purpurea Roth Scillato 05/12/2004



216. Iris planifolia (Mill.) Fiori & Paol. Cozzo San Biagio 13/12/1999



217. Iris sisyrinchium L. Levanzo 24/04/2005



218. Juncus maritimus Lam. Gela 07/05/2005



219. Kickxia spuria (L.) Dumort. Rocca Lupa 12/10/2000



220. Lactuca saligna L. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



221. Lamium bifidum Cyr. Rocca San Nicola 04/03/2000



222. Lantana camara L. Lascari 12/01/2005



223. Lathyrus clymenum L. Rocca Lupa 11/03/2000



224. Lathyrus ochrus (L.) DC. Falcone 17/04/2005



225. Lathyrus setifolius L. Rocca San Nicola 02/04/2000



226. Lathyrus sylvestris L. Cozzo San Biagio 02/11/1999



227. Lavatera olbia L. Rocca Lupa 06/06/2000



228. Leontodon tuberosus L. Scillato 05/12/2004



229. Leopoldia comosa (L.) Parl. Pagliara (Me) 17/04/2005



230. Linaria reflexa (L.) Desf. Novara di Sicilia 17/04/2005



231. Linum bienne Mill. Cozzo San Biagio 25/03/2000



232. Lobularia maritima (L.) Desv. Scillato 05/12/2004



233. Lolium rigidum Gaudin. Rocca Lupa 06/05/2000



234. Lophochloa cristata (L.) Hyl. Cozzo San Biagio 24/04/2000



235. Lotus commutatus Guss. Cozzo San Biagio 24/04/2000



236. Lotus cytisoides L. Salina, Pollara 29/05/2005



237. Lotus edulis L. Falcone (Me) 17/04/2005



238. Lotus edulis L. Rocca Lupa 11/03/2000



239. Lotus ornithopodioides L. Rocca Lupa 29/04/2001



240. Lupinus albus L. Rocca San Nicola 02/04/2000



241. Luzula forsteri (Sm.) DC. Castelbuono, balzo del gatto 22/06/2005



242. Magydaris pastinacea (Lam.) Paol. Levanzo 24/04/2005



243. Malcomia ramosissima (Desf.) Thell. Gela 07/05/2005



244. Mandragora autumnalis Bertol. Rocca San Nicola 10/10/1999



245. Matthiola tricuspidata (L.) R. Br. Campofelice di Roccella 12/01/2005



246. Medicago minima (L.) Bartal. Rocca Lupa 17/04/2000



247. Medicago orbicularis (L.) Bartal. Rocca Lupa 06/05/2000



248. Medicago rigidula (L.) All. Levanzo 24/04/2005



249. Medicago sativa L. Gela 07/05/2005



250. Melica arrecta O. Kuntze Cozzo San Biagio 24/04/2005



251. Melica ciliata L. Rocca Lupa 11/06/2000



252. Melica ciliata L. Cozzo San Biagio 21/05/2000



253. Melilotus italica (L.) Lam. Capodarso (Cl) 27/03/2005



254. Melilotus italica (L.) Lam. Cozzo San Biagio 24/04/2000



255. Melilotus segetalis (Brot.) Ser. Gela 07/05/2005



256. Melilotus sulcata Desf. Rocca Lupa 06/05/2000



257. Melilotus sulcata Desf. Falcone (Me) 17/04/2005



258. Melittis albida Guss. Giacalone 25/05/2005



259. Mentha pulegium L. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



260. Mentha pulegium L. Rocca San Nicola 18/06/2000



261. Mercurialis annua L. Scillato 05/12/2004



262. Mercurialis perennis L. Caronia, cerreta 27/03/2005



263. Micromeria graeca (L.) Benth. subsp. graeca Scillato 05/12/2004



264. Narcissus tazetta L. subsp. tazetta Cozzo San Biagio 18/01/2000



265. Nigella damascaena L. Rocca San Nicola 18/06/2000



266. Olea europaea L. var. sylvestris Brot. Isnello, Mericola 12/01/2005



267. Onobrychis caput-galli (L.) Lam. Cozzo San Biagio 21/05/2000



268. Ononis diffusa Ten. Gela 07/05/2005



269. Ononis ornithopodioides L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



270. Ononis variegata L. Gela 07/05/2003



271. Ophrys apifera Hudson Rocca San Nicola 21/05/2000



272. Ophrys panormitana (Tod.) Soò Cozzo San Biagio 22/02/2000



273. Ophrys sphecodes subsp. panormitana (Tod.) Nelson Resuttano 27/03/2005



274. Orchis commutata Tod. Levanzo 24/04/2005



275. Orchis italica Poir. Novara di Sicilia 17/04/2005



276. Orchis longicornu Poir. Rocca San Nicola 02/04/2000



277. Origanum heracleoticum L. Rocca San Nicola 18/06/2000



278. Ornithogalum montanum Cyr. Castelbuono, piano Pomieri 22/06/2005



279. Ornithogalum umbellatum L. Scillato 27/03/2005



280. Ornithopus compressus L. Etna, monte Zoccolaro 22/05/2005



281. Orobanche lavandulacea Rchb. San Martino delle Scale 14/05/2005



282. Orobanche litorea Guss. Balestrate 24/04/2005



283. Orobanche minor var. compositarum Pugsley Castelbuono, balzo del gatto 22/06/2005



284. Oryzopsis miliacea (L.) Asch. & Schweinf. Cozzo San Biagio 29/06/2000



285. Oxalis pes-caprae L. Lascari 12/01/2005



286. Panicum compressum Biv. Cefalù 29/07/2000



287. Panicum repens L. Scillato 05/12/2004



288. Papaver setigerum DC. Cefalù 13/04/2005



289. Parapholis incurva (L.) Hubbard Gela 07/05/2005



290. Parietaria diffusa Mert. & W. D. J. Koch Rocca Lupa 26/11/1999



291. Parietaria lusitanica L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



292. Paronychia argentea Lam. Balestrate 24/04/2005



293. Pennisetum setaceum (Forssk.) Chiov. Cefalù, Mazzaforno 12/01/2005



294. Petrorhagia saxifraga (L.) Link. Cozzo San Biagio 21/05/2000



295. Phagnalon rupestre (L.) DC. subsp. rupestre Palermo 12/06/2005



296. Phagnalon saxatile (L.) Cass. Castelbuono, Passo Scuro 15/12/2004



297. Phalaris paradoxa L. Mongerbino 19/05/2005



298. Phillyrea angustifolia L. Rocca San Nicola 02/04/2000



299. Picris echioides L. Cozzo San Biagio 25/09/1999



300. Picris hieracioides L. Gratteri 12/01/2005



301. Pistacia lentiscus L. Lascari 12/01/2005



302. Pistacia terebinthus × P. vera Cefalù 12/01/2005



303. Pisum sativum subsp. elatius (Bieb.) Asch. & Graebn. Levanzo 24/04/2005



304. Plantago afra L. subsp. afra Rocca Lupa 06/05/2000



305. Plantago cupani Guss. Castelbuono, balzo del gatto 22/06/2005



306. Plantago lagopus L. Rocca Lupa 16/04/2000



307. Plantago major L. Cefalù, Presidiana 12/01/2005



308. Poa annua L. Campofelice di Roccella 28/03/2005



309. Polygala monspeliaca L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



310. Polygonum aviculare L. Cefalù, Presidiana 12/01/2005



311. Polygonum maritimum L. Lascari 12/01/2005



312. Polypodium australe Fée Rocca Lupa 14/02/2000



313. Potentilla argentea L. Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



314. Potentilla reptans L. Rocca San Nicola 18/06/2000



315. Pseudorlaya pumila Grande Gela 07/05/2005



316. Psilurus incurvus (Gouan) Schinz. & Thell. Rocca Lupa 06/06/2000



317. Pteridium aquilinum (L.) Kuhn Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



318. Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. Cozzo San Biagio 21/08/2000



319. Quercus bivoniana Guss. Caronia 27/03/2005



320. Quercus ilex L. Castelbuono, Cacagidebbi 22/06/2005



321. Quercus pubescens Willd. s. l. Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



322. Quercus sp. Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



323. Quercus suber L. Lascari 12/01/2005



324. Ranunculus bulbosus subsp. aleae (Willk.) Rouy & Foucaud Cozzo San Biagio 24/04/2000



325. Ranunculus bulbosus subsp. aleae (Willk.) Rouy & Foucaud Rocca San Nicola 30/11/1999



326. Ranunculus ficaria L. Rocca San Nicola 30/01/2000



327. Raphanus raphanistrum L. subsp. raphanistrum Campofelice di Roccella 12/01/2005



328. Reichardia picroides (L.) Roth Lascari 12/01/2005



329. Reseda lutea L. Falcone (Me) 17/04/2005



330. Rhamnus alaternus L. Cefalù 12/01/2005



331. Rhamnus alaternus L. Rocca Lupa 14/02/2000



332. Rhus coriaria L. Cozzo San Biagio 21/08/2000



333. Ricinus communis L. Cafalù, Sant’Ambrogio 12/01/2005



334. Romulea bulbocodium (L.) Sebast. & Mauri Gibilmanna 26/03/2005



335. Romulea columnae Sebast. & Mauri Rocca San Nicola 04/03/2000



336. Rubus idaeus L. Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



337. Rubus ulmifolius Schott Cozzo San Biagio 21/05/2000



338. Rumex bucephalophorus L. subsp. bucephalophorus Cozzo San Biagio 24/04/2000



339. Rumex bucephalophorus L. subsp. bucephalophorus Novara di Sicilia 17/04/2005



340. Rumex lunaria L. Lascari 26/03/2005



341. Rumex scutatus L. Nicolosi 22/05/2005



342. Rumex thyrsoides Desf. Rocca San Nicola 21/05/2000



343. Salix pedicellata Desf. Cozzo San Biagio 25/03/2000



344. Salvia verbenaca L. Scillato 27/03/2005



345. Sanguisorba minor Scop. subsp. minor Cozzo San Biagio 21/05/2000



346. Scabiosa cretica L. Rocca di Cefalù 12/01/2005



347. Scabiosa maritima L. Scillato 05/12/2004



348. Scolymus grandiflorus Desf. Rocca Lupa 05/06/2000



349. Scorzonera hirsuta L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



350. Scutellaria rubicunda subsp. linneana (Caruel) Rech. Castelbuono, piano Sempria 22/06/2005



351. Sedum caeruleum L. Rocca San Nicola 30/04/2000



352. Sedum caespitosum (Cav.) DC. Capodarso (Cl) 25/03/2005



353. Sedum dasyphyllum L. Rocca San Nicola 18/06/2000



354. Sedum stellatum L. Rocca di Cefalù 13/05/2000



355. Sedum tenuifolium ( Sibth. & Sm.) Strobl Rocca San Nicola 30/04/2000



356. Selaginella denticulata (L.) Link Cefalù 26/03/2005



357. Selaginella denticulata (L.) Link Rocca San Nicola 30/01/2000



358. Senecio angulatus L. f. Cefalù 12/02/2005



359. Senecio delphinifolius Vahl Levanzo 24/04/2005



360. Senecio siculus All. Rocca San Nicola 21/05/2000



361. Senecio vulgaris L. Scillato 05/12/2004



362. Sideritis syriaca L. Castelbuono, serre delle croci 22/06/2005



363. Silene coeli-rosa (L.) Godron Cozzo San Biagio 21/05/2000



364. Silene gallica L. Falcone (Me) 17/04/2005



365. Silene gallica L. Rocca Lupa 16/04/2000



366. Silene italica subsp. nemoralis (Waldst. & Kit.) Nyman Novara di Sicilia 17/04/2005



367. Silene latifolia Poir. Rocca San Nicola 02/04/2000



368. Silene neglecta Ten. Rocca Lupa 16/04/2000



369. Silene nicaesis All. Gela 07/05/2005



370. Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. vulgaris Rocca San Nicola 27/12/1999



371. Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. vulgaris Cefalù 12/11/2004



372. Sisymbrium erysimoides Desf. Isola delle Femmine 06/03/2005



373. Solanum dulcamara L. Palermo 20/05/2005



374. Solanum nigrum L. Isnello, Mericola 12/01/2005



375. Sonchus oleraceus L. Cefalù 12/01/2005



376. Sonchus oleraceus L. Rocca Lupa 06/01/2000



377. Sonchus tenerrimus L. Scillato 05/12/2004



378. Sonchus tenerrimus L. Cefalù 13/05/2000



379. Spartium junceum L. Gratteri 12/01/2005



380. Stachys germanica L. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



381. Stachys sylvatica L. Castelbuono, San Guglielmo 22/06/2005



382. Stellaria media (L.) Vill. subsp. media Rocca San Nicola 30/01/2000



383. Stipa capensis Thunb. Cozzo San Biagio 24/04/2000



384. Suaeda fruticosa (L.) Forssk. Levanzo 24/04/2005



385. Tetragonolobus purpureus Moench Rocca Lupa 06/06/2000



386. Thalictrum calabricum Spreng. Giacalone 25/05/2005



387. Thalictrum calabricum Spreng. Cozzo San Biagio 24/04/2000



388. Thymus capitatus (L.) Hoffm. & Link Cozzo San Biagio 29/06/2000



389. Thymus serpyllum L. Tortorici 15/05/2005



390. Thymus serpyllum L. Vizzini 21/05/2005



391. Tolpis virgata (Desf.) Bertol. subsp. virgata Castelbuono, piano Sempria 22/06/2005



392. Torilis arvensis (Hudson) Link subsp. arvensis Gratteri 12/01/2005



393. Trifolium angustifolium L. Salina 29/05/2005



394. Trifolium bivonae Guss. Castelbuono, piano Pomieri 22/06/2005



395. Trifolium campestre Screb. Rocca San Nicola 21/05/2000



396. Trifolium phleoides Pourret Salina 29/05/2005



397. Trifolium scabrum L. Castelbuono, Cacagiddebbi 22/06/2005



398. Trifolium scabrum L. Rocca San Nicola 14/11/1999



399. Trifolium stellatum L. Rocca Lupa 16/04/2000



400. Trifolium subterraneum L. Pagliara (Me) 17/04/2005



401. Tussilago farfara L. Portella Colla 27/03/2005



402. Urospermum picroides (L.) Schimdt Rocca San Nicola 02/04/2000



403. Urtica dioica L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



404. Urtica dioica L. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



405. Valantia muralis L. Levanzo 24/04/2005



406. Valerianella dentata (L.) Pollich Lascari 15/04/2005



407. Valerianella pumila (L.) DC. Cozzo San Biagio 24/04/2000



408. Verbascum creticum (L.) Cav. Castelbuono, piano Pomo 22/06/2005



409. Veronica cymbalaria Bodard Cefalù 27/12/1999



410. Veronica persica Poir. Gibilmanna 26/03/2005



411. Vicia bithynica (L.) L. Cozzo San Biagio 24/04/2000



412. Vicia villosa subsp. varia (Host) Corb. Cefalù 12/01/2005



413. Vicia villosa subsp. varia (Host) Corb. Novara di Sicilia 17/04/2005



414. Vinca major L. Gibilmanna 26/03/2005



415. Vinca major L. Cozzo San Biagio 25/03/2000



416. Viola odorata L. Caronia 27/03/2005



417. Viscum album L. San Mauro Castelverde 12/01/2005



418. Vitis vinifera L. Salina 08/06/2005



419. Zelkova sicula G.Di Pasquale, G.Garfi & Quézel Buccheri, bosco Pisano 21/05/2005





I funghi delle Madonie
II° mostra d’inverno - Associazione MICELIA



Castelbuono 12-27 Dicembre
Immagini originali:
Tavole autografe e prove di stampa di F.Minà Palumbo
I funghi delle Madonie
I° mostra d’inverno - Associazione MICELIA



Mostra permanente
L’iconografia naturalistica in Sicilia. Le Piante
Presentazione delle collezioni entomologiche e vegetali dopo il restauro



Mostra permanente
L’iconografia naturalistica in Sicilia. Gli Animali